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Reading teatrale
tratto da “Uno, Nessuno e Centomila” di Luigi Pirandello
di e con Stefano Dragone
Pianoforte Giorgio Martano
Prima Nazionale Domenica 23 Maggio 2021 – Teatro Sociale di Como
“L’idea che gli altri vedevano in me uno che non ero io quale mi conoscevo e che mi davano un aspetto destinato a restarmi per sempre estraneo, pur essendo in me, una vita che era la mia ma nella quale io non potevo entrare, questa idea, non mi diede più pace.”
Questo reading è un adattamento del testo originale che segue la linea di racconto principale e mantiene il linguaggio tipico dello scrittore siciliano. Non c’è quindi nessuna alterazione della trama o delle parole ma soltanto una selezione accurata delle scene per giungere ad un finale aperto che lascia allo spettatore l’ultimo pensiero.
Seguiremo la voce del protagonista, Vitangelo Moscarda che narra in prima persona la sua storia rivolgendosi in continuazione allo spettatore come se fosse il suo confessore. Emozionante e coinvolgente scoprire che le sue parole potrebbero essere benissimo le nostre e che questa storia da voce ai nostri pensieri più profondi. Le sue domande hanno risuonato in noi almeno una volta e questo gioco di specchi continuo tra la scena e la platea andrà a creare un forte ponte emotivo tra il personaggio e le persone.
I turbamenti del Moscarda nascono quando, guardandosi allo specchio, scopre, per la prima volta nella sua vita, di avere il naso storto. Da questo piccolo particolare arriverà a mettere in discussione tutto se stesso, non solo per come si vede lui ma anche e soprattutto per come lo vedono gli altri. Scoprirà quindi di non essere uno solo, ma che nel suo corpo vivono centomila sé e nessuno di essi può essere veramente conosciuto senza perdere il senno; cosa che inevitabilmente accadrà al nostro Vitangelo. Ma come sappiamo bene, i pazzi hanno l’autorizzazione a parlare di qualsiasi cosa nella maniera più sincera possibile; nessuno li prenderà mai sul serio e grazie a questo possono davvero raccontarci la verità delle cose.
Un adattamento di un testo che non è teatrale per sua natura, a differenza di molti altri dello stesso autore, ma che esprime tutta l’efficacia della produzione letteraria e del pensiero pirandelliano. Esiste una grande differenza tra l’essere e l’apparire e ognuno di noi indossa una maschera per ogni circostanza e per ogni altra persona con le quali entra in contatto. Per questo motivo la vera natura di tutti noi è nascosta da comportamenti e da atteggiamenti che non fanno parte del nostro modo di essere. Alzare il velo, togliere la maschera, significa guardarci davvero allo specchio. E il pronome latino hunc ci invita a considerare cos’e questo essere che chiamiamo Io.
Siamo pronti a scoprire chi siamo realmente?
Questo romanzo, figlio dei primi anni del ‘900 racconta il senso di alienazione e di smarrimento del protagonista che non riconosce più se stesso ne gli altri. Non è difficile quindi fare un parallelo con il nostro vivere in questo tempo strano e ancora una volta le grandi storie, l’arte e la cultura ci emozionano e ci aiutano a capire come gestire il mondo dentro e attorno a noi.
Il linguaggio musicale affidato alle sonorità del pianoforte non solo accompagna il racconto ma crea una narrazione, a volte in armonia e a volte in contrasto con il testo, per dare voce alle emozioni più profonde che nemmeno i grandi autori sanno descrivere.
Parole e note si fondono in un ascolto sinergico per raccontare una storia vera o forse solo di finzione, ma non ha importanza, perchè: “Ogni realtà è un inganno”.